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domenica 23 febbraio 2014

SANREMO 2014: VITTORIA DI ARISA, RIVINCITA DI CROZZA, DISFATTA DI FAZIO


La squadra di Che tempo che fa ci ha provato in tutti i modi, usando addirittura il Mago Silvan e Don Matteo per cercare di risollevare un festival ormai compromesso. Purtroppo però non abbiamo visto nè magie nè miracoli, soltanto tanta retorica e lungaggini che hanno penalizzato la gara sanremese.
Doveva essere il festival della "Grande Bellezza", idea nata sull'onda lunga del film di Paolo Sorrentino in corsa per gli oscar, ma l'operazione di agganciamento a qualcosa di artisticamente valido e vincente si è reso controproducente se non proprio suicida. Forse a dare il colpo di grazia ci si è messa la ricorrenza dei 60 della tv italiana, che ha costretto a portare sul palco dell'Ariston pezzi di storia della televisione (Tito Stagno, Carrà, Kessler, Franca Valeri, Silvan, Arbore), suscitando quell'effetto nostalgia che sa tanto di mancanza di coraggio e di palese difficoltà a proporre qualcosa di nuovo. Tanto valeva mettere TecheTecheTè con i vecchi filmati: sarebbe costato meno e probabilmente avrebbe fatto gli stessi ascolti. Inoltre la ridondanza e l'assenza di discontinuità con il festival precedente ha ulteriormente amplificato l'effetto replica: il pubblico non ne poteva più dei monologhi e le battute di Fazio e Littizzetto sin dai primi minuti di martedì. Bisognerebbe scrivere nella Costituzione il divieto alla Rai di affidare la conduzione del Festival di Sanremo alle stesse persone per due anni consecutivi.
Passiamo alle canzoni. Una cosa che la prossima edizione dovrà essere assolutamente cambiata è la partecipazione dei cantanti con due brani: alla fine sono stati dati più premi alle canzoni eliminate che a quelle rimaste in gara (vedi Cristiano De Andrè e Renzo Rubino), suscitando malcontenti ai cantanti stessi rimasti delusi dall'esito del televoto. In ogni caso le canzoni di questo Festival erano state scelte bene dalla direzione artistica, anche se poi hanno avuto poca rilevanza nel racconto voluto da Fazio. Tra i giovani era apparsa subito scontata la vittoria di Rocco Hunt, lo scugnizzo rapper salernitano che raccoglierà l'eredità dei neomelodici alla Gigi D'Alessio (e non è un complimento), ma diamogli il tempo di crescere e la possibilità di imparare a scrivere testi meno scontati (anche se tuttavia condivisibili). Tra i big è stata una novità il fatto che nei primi tre non si è classificato nemmeno un cantante dei talent show, ma artisti provenienti dalla partecipazione alle recenti edizioni di Sanremo Giovani (Arisa, Gualazzi, Rubino), cosa che raramente si era vista negli ultimi anni. Le canzoni orecchiabili sono state quelle di Noemi, Perturbazione, Gualazzi e Frankie Hi Nrg: il rapper avrebbe meritato un premio per il testo, con la bicicletta usata come metafora della democrazia (molto attuale visti gli ultimi fatti della politica e la rapida ascesa di Renzi). Altra sorpresa è stata l'assenza dei melodici Sarcina e Renga sul podio, rappresentati comunque dalla canzone (sanremesissima) Controvento di Arisa. E qui arrivo all'ultimo misfatto del Festival (stavolta non dipendente dagli organizzatori): la cantante lucana non era nè emozionata nè stupita del risultato perchè la sua vittoria era stata annunciata con ampio anticipo sia dietro le quinte dell'Ariston sia su Twitter. A togliere la sorpresa ai telespettatori è stato l'account del Corriere.it: 


Passiamo agli ospiti internazionali: questi sì che hanno fatto bella figura, da Yusuf Cat Stevens a Rufus Wainwright fino a Stromae. Il belga in particolare è stato veramente "Formidable" come dice il titolo della sua canzone per il testo e l'interpretazione, nonostante sia apparso un po' Celentanoide nelle movenze, volendo anche quasi sbronzo, ma alla fine dell'esibizione è tornato in sè (quindi era tutta scena).


Infine vorrei concludere con l'unico personaggio di questa edizione che veramente ha parlato della Grande Bellezza storico-culturale italiana ed è riuscito a rappresentarla lui stesso incarnandola: Maurizio Crozza. Dopo una partecipazione dello scorso anno ricordata solo per le contestazioni nei suoi confronti per l'imitazione di Berlusconi (vedi post in proposito), il comico genovese si è pienamente riscattato dimostrando di essere un artista completo attraverso l'uso della sua straordinaria voce da tenore.  
   

Sperando che la direzione artistica e la conduzione del prossimo Festival venga affidato ad uno staff differente da quello degli ultimi due anni, vi aspetto per il prossimo Raglio!

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